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IL VANGELO DELLA DOMENICA IN UN MINUTO XXXII DOMENICA

Archivio > La Liturgia della Domenica > Anno 2019
IL VANGELO DELLA DOMENICA IN UN MINUTO
XXXII DOMENICA DEL T. O. ANNO C (Luca 20, 27-38)
"Siamo figli della resurrezione"
I sadducei consideravano questo falegname di nome Gesù, che si era improvvisato profeta, fondamentalmente un ignorante e per questo pericoloso. I sadducei saranno gli attori principali della condanna a morte di Gesù. Il tema del vangelo di oggi è quello della resurrezione e la prospettiva escatologica della nostra esistenza. I sadducei devono il nome a Sadok, il primo sommo sacerdote del tempio di Salomone. Erano i sadociti, ovvero i discendenti della famiglia levitica di Sadok, a doversi occupare del tempio. I sadducei si percepivano come i difensori della legge di Mosè, si rifacevano solo al Pentateuco. Erano dei conservatori; appartenevano essenzialmente all'alta borghesia di Gerusalemme. I sadducei non consideravano affatto la riflessione successiva al Pentateuco, ovvero la legge orale a cui si rifacevano invece i fariseri che credevano nella resurrezione. I sadducei consideravano la tradizione successiva a Mosè come qualcosa di irrisorio, oltre che un tradimento della verità. Nella scrittura c'è un percorso graduale e l'idea della sopravvivenza delle anime si sviluppa tardivamente. Nel libro dei Maccabei, ad esempio, il tema della resurrezione è oramai una conquista teologica. Secondo la prospettiva del Pentateuco, se un uomo moriva senza figli un suo fratello si univa a sua moglie. Il figlio del fratello prendeva il nome del marito defunto e giuridicamente apparteneva al primo marito della donna. L'idea era quella di conservare il patrimonio ereditario e genetico come fattore di vita e di senso.
In sostanza, una  visione della religione come prassi totalmente finalizzata a questo orizzonte temporale, come possibilità di una massima realizzazione e benessere in questa vita terrena. In altri temini, la fede come un problema di giustizia; il fatto religioso in quanto dato vantaggioso in questo mondo, per un`esistenza intesa senza un'adeguata prospettiva escatologica. Gesù non risponde alla provocazione dei sadducei circa un fantomatico caso di sette fratelli che non lasciano un discendente. Gesù per mostrare l'errore dei sadducei cita proprio il Pentateuco, a cui il gruppo è legato. Il secondo capitolo dell'Esodo ci presenta la storia di Mosè, nella teofania del roveto ardente, laddove il Signore si presenta come il Dio dei padri; il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Dio, fa notare Gesù, parla al presente: sono il Dio di Abramo...​ ovvero: il Signore è il Dio dei viventi e non dei morti... Per cui Abramo è ancora vivo. Il sono il Dio di... Il nostro Dio è il Dio di qualcuno. Il Dio dei sadducei invece conferma quello che loro pensano, ovvero la loro idea su Dio e sulla vita.
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