Rotocalco.dell'unità.pastorale.num.7.anno1.del.05.12.2021
L'ottavo giorno > Anno 1
Domenica 5 Dicembre 2021
In Questo numero
- Ripartiamo dalle e con le famiglie.
- La Sciarpa della Pace sul filo della Cultura per non perdere la Memoria.
- Avvento. Tempo di attesa e vigilanza.
- Avvento. Mercatino solidale.
- La commissione UE fa marcia indietro.
- Positiva al Covid.
- La mia esperienza di volontariato presso la casa di riposo "Rina di Benedetto".
- Dall'Argentina a Campobello di Mazara. L'avventura di Nicolas.
- Rubrica: Voce alle Famiglie
- Rubrica: Franciscus Papa
1.Ripartiamo dalle e con le famiglie
Durante il mese di novembre si sono svolti degli incontri a piccoli gruppi con le famiglie della seconda e terza tappa del percorso ACR.
Riscopriamo la centralità della famiglia per una catechesi più efficace, non per i sacramenti, bensì per un cammino per la vita. Tuttavia, se i genitori sempre meno sopportano la partecipazione a riunioni serali, allo stesso tempo desiderano trascorrere tempo con i loro figli e vivere belle esperienze significative, utili per la loro vita.
Si sono strutturati incontri con l'opportunità di offrire ai genitori e ai bambini di passare un po’ di tempo insieme e di condividerlo con altre famiglie, un percorso semplice di ascolto, condivisione, cura dei figli, riscoperta di appartenere ad una comunità.
Dialogo, confronto, giochi hanno reso la catechesi significativa a tal punto da far loro dire che sarebbe stato bello rincontrarsi.
L’accostamento alla TAVOLA apparecchiata con l'EUCARISTIA, per scoprire che la famiglia oggi può realizzare la dimensiome feriale della mensa eucaristica come momento di comunione e di comunicazione delle proprie gioie e difficoltà, dove si impara a ringraziare per i doni ricevuti e ad apprezzare il lavoro e le fatiche degli altri.
La riflessione sul fatto che oggi anche il momento del pasto è minacciato da vari fattori che tendono a svuotarlo del suo significato comunionale: la televisione accesa durante il pasto (che spegne il dialogo in famiglia), la cultura del fast-food (il pasto veloce come espressione di una società che vuol velocizzare tutto preferendo la fretta alla calma), i cellulari che ci connettono con il mondo ma non con le persone che abbiamo accanto.
Scoprire insieme che ciò che tiene unita la famiglia, indipendentemente dalla distanza che a volte separa i suoi componenti è la capacità di ascoltarsi, di perdonarsi, di accogliersi.
In una parola di AMARSI.
Enza Luppino Presidente Azione Cattolica diocesana
2.La Sciarpa della Pace sul filo della Cultura per non perdere la Memoria.
Mercoledì 24 Novembre, L’A.Ge. Campobello, l’A.ge. Pitre’ e la Federanziani Calabria hanno partecipato a Roma all’udienza di Papa Francesco per la benedizione della “Sciarpa della Pace”.
Al termine della catechesi del Papa, sul tema “San Giuseppe”, abbiamo mostrato il manufatto donando al Sommo Pontefice un lembo della Sciarpa dove era stata applicata l’immagine della Madonna di Fatima, realizzata a Campobello dalle volontarie “Ambasciatrici di Pace” e un lembo con il logo della sciarpa della Calabria.
Grandissima la gioia e l’emozione provata nel porgere al Vicario di Cristo, Papa Francesco, il lembo della sciarpa e poi stringere la sua mano. Dolcissima l’espressione del Papa nel ricevere il graditissimo dono.
La realizzazione del manufatto è nata da un idea di Maria Brunella Stancato, Presidente di Federanziani Calabria; scopo del manufatto: lottare perché non regni mai l’indifferenza nel cuore della gente. “La Sciarpa” è un prodotto realizzato a mano ma soprattutto con il cuore; non ha un valore economico ma più di tutto un significato e un valore morale.
Con il coinvolgimento di molte donne il manufatto comincia a prendere forma, mattonella dietro mattonella, colore su colore, mille mani, tanti occhi impegnati e un solo filo conduttore: la Pace. Dal lavoro attento e amorevole di mille mani è nato un abbraccio materno, caldo e avvolgente, che profuma di accoglienza e protezione, con la promessa che nessun essere umano sarà più solo, ogni lacrima verrà asciugata, ogni ferita sarà curata e che l’indifferenza dovrà essere schiacciata.
Dalla Calabria il progetto è passato nelle altre regioni, grazie collaborazione dell’Age Pitrè; in Sicilia, con l’adesione al progetto di diverse Associazioni Age.
La Sciarpa oggi è lunga oltre 300 metri, ed ovunque arriva, viene sempre più allungata e benedetta.
La speranza è una sola: lasciare ai più giovani un ricordo indelebile e delizioso dell’amore che i Nonni provano per i loro nipoti.
Sciarpa donata a Papa Francesco
Venerdì, 3 Dicembre si è svolta l’inaugurazione della “ Sciarpa” a Campobello nell’aula Consiliare, dopo i saluti, un corteo di ragazzi dell’istituto Comprensivo e dell’Istituto tecnico per Geometri è sfilato fino alla Chiesa Madre dove il Vicario Generale della Diocesi, Don Vincenzo Greco ha celebrato la Messa e benedetto la Sciarpa.
Maria Brunella Stancato, ambasciatrice del Progetto, auspica che la “Sciarpa” accolga, venga sempre benevolmente accolta e riscaldi il cuore e l’anima e tale progetto diventi seme di amore e pace.
Prof.ssa Angela Stallone
(Presidente A.GE.Campobello)
3.Avvento. Tempo di attesa e vigilanza
Corona di Avvento in Chiesa Madre
Il Signore “viene a salvarci”, indicandoci la vigilanza e la preghiera come vie maestre da seguire per “non farci assorbire dalle difficoltà, dalle sofferenze, dalle sconfitte”.
Papa Francesco Angelus prima domenica di Avvento.
L' Avvento é il tempo di allenamento in cui un cristiano, come un atleta é al punto di partenza.
È pronto per correre, pronto per vincere.
Se perde questa attenzione, se si distrae, se il suo cuore é appesantito, a un certo punto perde le cose importanti della vita.
Le cose importanti della nostra esistenza accadono all'improvviso sia che siamo pronti o che non lo siamo, sia che siano belle o che non lo siano, ció poco importa, accadono!
Quando ciò avviene noi dobbiamo essere necessariamente pronti.
Qual é la posizione che rende pronti noi cristiani? Avere sempre chiaro, davanti a noi, quale sia l'obiettivo.
Chiara quale sia la meta; chiara la direzione verso cui stiamo andando.
Ecco che cos'é l'Avvento,
pianificare questa tensione dentro ciascuno di noi.
Per che cosa stiamo vivendo?
Per che cosa ci svegliamo la
mattina?
Che senso ha davvero la nostra esistenza?
Gesù Cristo é colui che rischiara questa tensione che portiamo nel cuore!
Senza questa attesa tutto ci scivola addosso, tutto ci fa addormentare!
Papa Francesco:
"Accendete il cuore con la preghiera, no ai cristiani addormentati.
La preghiera risveglia l’anima dal sonno e la focalizza su quello che conta, sul fine dell’esistenza".
Allora rialzatevi, mettetevi in piedi la vostra liberazione e vicina (Lc 21.28)!
Il cristiano non è uno che si guarda ai piedi, come dice Papa Francesco "non sonnecchia" il cristiano non è uno che si "anestetizza con le mondanità spirituali".
Il cristiano é colui che ha le capacità proprio perche é allenato all'attesa. Capacità di alzare il proprio capo, di guardare davanti a se, di essere sempre vigilante grazie alla preghiera.
Che possa questo tempo dell' Avvento essere per ciascuno di noi, un ritornare alle nostre attese, un avere di nuovo il coraggio di rispolverare le attese della nostra vita.
Ritroviamo lo slancio spirituale, l'ardore nel pregare, l'entusiasmo per la missione del Vangelo, così come il nostro Santo Padre ci invita a fare in questo cammino di Avvento.
Rossella Leone
Segretaria del Consiglio Pastorale
4.Avvento. Mercatino solidale
Anche quest'anno per tutto il periodo d'Avvento ritorna la bancarella con oggetti artigianali fatti nei laboratori di cucito e ricamo e laboratori artistici fatti da varie persone della parrocchia. Nella bancarella potrete trovare anche dolci, marmellate, oggetti che ci sono stati donati e pacchetti sorpresa.
Il ricavato verrà devoluto per il restauro di Madonna di Fatima.
Chi volesse collaborare con lavori artigianali o con oggetti è il benvenuto!
Sarà possibile acquistare anche il libro "Dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore" - Storia di un amore incosciente, testo di meditazioni sul Vangelo delle domeniche, ottima idea come regalo di Natale per persone di tutte le età!
Alberelli di cioccolato
Lavori in lana e in uncinetto e oggetti vari
Calamite, portachiavi, ciondoli e orecchini in pasta fimo
Evelissima
5.La commissione UE fa marcia indietro
La Commissione europea oggi 30 novembre 2021 ritira il documento interno che prevedeva l’eliminazione della parola Natale perché poco inclusiva.
A forza di voler includere si finisce per escludere. È l’effetto paradossale di quella che sta diventando una vera ossessione delle istituzioni europee per l’uso di un linguaggio che non faccia sentire nessuno discriminato.
In questo documento interno si mira ad eliminare le identità producendo così nuove discriminazioni. Il caso più eclatante spunta nel capitolo «Culture, stili di vita o credenze» dove per sventare ogni «intolleranza» si invita a «evitare di dare per scontato che tutti sono cristiani» visto che «non tutti celebrano le festività cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date». Dunque, per «essere sensibili al fatto che la gente ha tradizioni e calendari religiosi differenti», è bene «evitare» frasi sul Natale e tutti i nomi che fanno riferimento a tale festa.
In nome di una ideologia di inclusività, che parte dal realizzare la pace universale, si vorrebbero azzerare tutte le differenze e si consiglia anche l’uso, per i documenti ufficiali, di un frasario apparentemente neutro, ma si finisce col tagliare fuori chi si identifica in valori e parole giudicati "escludenti".
Se vogliamo comporre un puzzle dobbiamo fare combaciare tutte le tessere che sono diverse le une dalle altre, sarà un lavoro di grande pazienza e attenzione, ma alla fine il risultato è un capolavoro. Questo esempio per dire che non è annullando le differenze che si attua l’inclusione ma con il rispetto e la tolleranza, che ci permettono di accogliere l’altro come diverso da me ma importante per me. Un lavoro certamente non facile da attivare che richiede un grande impegno per tutti, ma sicuramente partendo dal fatto che la diversità è una ricchezza, diventa una risorsa per tutti. Inclusione allora significa che i confini della comunità sono aperti a tutti: anche, e soprattutto, a coloro che sono reciprocamente estranei o che estranei vogliono rimanere.
«L’inclusione si manifesta nello spalancare le braccia per accogliere senza escludere; senza classificare in base alle condizioni sociali, alla lingua, alla razza, alla cultura, alla religione. Davanti a noi c'è solo una persona da amare come la ama Dio». Papa Francesco.
Allora la vera inclusione elimina qualunque forma di discriminazione all’interno di una società e ne rispetta le diversità. La festa del Natale esprime pienamente gli ideali inclusivi annunciando il rispetto e la libertà di ogni persona, di ogni comunità, di ogni popolo, e chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle, nella giustizia, nella solidarietà e nella pace.
Enza Luppino Presidente Azione Cattolica diocesana
6.Positiva al Covid
9 marzo 2020 "Lockdown", una parola che è entrata a far parte del nostro linguaggio quotidiano.
Tanta paura perché non si sapeva con che cosa si aveva a che fare, quale nemico combattere.
Il coronavirus è un nemico silente che ti attacca quando meno te lo aspetti, ha stravolto la nostra vita quotidiana, ha creato distanziamento sociale, paura dell’uomo, fobia, ansia ,dolore psicologico.
La vita lavorativa completamente cambiata, almeno la mia che lavoro in ospedale, c’è tanta paura, diffidenza che porta anche a comportamenti esagerati fra colleghi che fino a poco tempo prima sembravamo una famiglia.
Passano i mesi si assiste inermi all'interruzione della vita di milioni di persone, al dolore di chi ha perso un familiare senza potergli stare accanto, al disagio economico di migliaia di famiglie che hanno perso il lavoro.
Finalmente da un tunnel completamente al buio si intravede uno spiraglio di luce: il VACCINO l’unico mezzo per sconfiggere questo nemico invisibile.
Certo un vaccino che all’inizio ha creato mille dubbi e paure sulla sua efficacia ma oggi ha dimostrato che FUNZIONA.
Io sono stata fra le prima a farlo e sono stata anche fra le prime a fare la terza dose.
Oggi 19/11/2021 io ho preso il Covid sicuramente da chi ancora oggi si ostina a non farlo aggrappandosi a inutili leggende disseminate da altrettanta gente ignorante sui media.
Io sto bene, ho solo avuto banali sintomi influenzali, ho perso gusto e olfatto che da un paio di giorni stanno ritornando.
Il mio pensiero è stato subito di comunicare la mia positività a più persone per tracciare una mappatura e allertare chi fosse stato a contatto con me e poter prendere precauzioni, ho adottato da subito tutte le misure di sicurezza che servivano.
Se io oggi sto bene devo davvero ringraziare il vaccino e chiedo a tutti col cuore in mano di vaccinarsi per se stessi e per le persone che abbiamo accanto e che vogliamo bene e soprattutto per neutralizzare questo dannato virus e tornare ad abbracciarci come prima.
Buona vita a tutti
Agata Calandro
7.La mi esperienza di volontariato presso la casa di riposo "Rina di Benedetto"
Nel febbraio del 2009 è stata costituita a Campobello l’A.V.E.L. (Associazione Volontari Età Libera) da un gruppo di cittadini che, avendo lasciato il servizio attivo, avvertivano il bisogno di spendersi ancora nel sociale e creare occasioni d’incontro, necessari per vincere la solitudine e l’isolamento, deleteri sempre, ma specialmente quando ci si incammina verso quella tappa della vita che è la terza età.
Oltre alle finalità ricreative, culturali, di sostegno ad alcune famiglie indigenti, di collaborazione con le Associazioni presenti sul territorio e di partecipazione alle iniziative del Comune, ci si è posti quella del volontariato ed è stata scelta la locale Casa di Riposo “ Rina Di Benedetto” per poterla esplicare.
Manifestata la nostra intenzione alla Madre Superiora che in quel tempo ricopriva la carica e ottenuto il permesso, io e altre due Socie abbiamo iniziato ad effettuare visite settimanali presso la suddetta Casa.
Non avevamo una preparazione specifica, ma eravamo animate da buona volontà e, soprattutto, dal rispetto verso gli ospiti, dal desiderio di stabilire un rapporto empatico con loro, dalla ferma intenzione di rallegrarli ed intrattenerli piacevolmente.
Ci siamo presentate, cioè, come delle amiche che si recano in visita presso degli amici,
abbiamo iniziato a parlare e, nel giro di poco tempo, ci hanno accordato fiducia e raccontato le vicende della loro vita.
Durante i nostri incontri recitavamo una preghiera, eseguivamo un canto, consumavamo una merenda insieme, proponevamo la lettura di qualche giornale, che abbiamo preso l’abitudine di portare.
In occasione di particolari festività, quasi tutti i Soci ci accompagnavano ed erano momenti di festa, allietati da musica, balli e dalla distribuzione di dolci tipici.
Anche i ragazzi del Catechismo, guidati dalle insegnanti, hanno presenziato ad uno di questi incontri, regalando momenti di vera gioia agli ospiti della Casa con la recita di poesie e l’esecuzione di canti e, soprattutto, con la presenza e la freschezza della loro gioventù.
A mio avviso, grande è stata la valenza educativa di questa partecipazione, affinchè, nel constatare le fragilità degli anziani, i giovani acquisiscano l’attitudine al rispetto, all’aiuto e alla solidarietà.
Questa esperienza si è svolta nell’arco di un decennio, fino al marzo del 2020, quando la pandemia ha sospeso i nostri incontri, che mi mancano.
Spesso mi sorprendo a pensare ai miei amici, a quanto affetto ci legava, alla complicità che eravamo riuscite a creare, all’ansia con cui ci attendevano, al piacere che mostravano nel vederci, al disappunto se saltavamo qualche incontro e ho riflettuto su una frase che sembra retorica, ma che non lo è affatto: nel fare volontariato si riceve più di quanto si dà. Niente di più vero!
Spero che presto si possa tornare all’ agognata normalità per provare la gioia di ritornare in compagnia dei miei anziani, che con la loro saggezza ed esperienza di vita hanno molto arricchito la mia.
Prof. MARIA CUSUMANO
Presiedente Ass.Avel
8.Dall'Argentina a Campobello di Mazara. L'avventura di Nicolas.
A metà agosto 2020, nel bel mezzo della pandemia del Covid-19, con una lunga strada da percorrere e una grande incertezza sulla mia storia e sui miei antenati, ho iniziato questa avventura.
Mi chiamo Nicolás Balzaretti Slootmans, ho 28 anni e sono nato a San Miguel de Tucumán, Argentina. Ho iniziato la ricerca dei documenti per poter ottenere la cittadinanza italiana lo scorso anno.
Scrivo questo articolo per raccontare come l'Italia è una nuova opportunità per molti argentini che richiedono la nazionalità attraverso i loro antenati emigrati in America Latina, a quel tempo, a causa delle situazioni sociali, politiche ed economiche.
La persona che mi dà la possibilità di richiederne la nazionalità italiana è il mio trisavolo Gaspare Signorelli, nato nel 1860 a Castelvetrano, sposato con Natala Cusumano di Campobello di Mazara.
Arrivano in Argentina nel 1900 nella provincia di Santa Fe, lì nasce la mia bisnonna Argentina Vita Paulina Signorelli. Nel 1905 si trasferiscono nella provincia di Tucumán dove il mio “avo” subì una tragica morte nel 1915.
Le sue spoglie sono oggi nel mausoleo della società italiana della provincia di Tucumán, riconosciuto come icona della musica, per essere stato il fondatore della Banda Musicale di Rafaela, città di Santa Fe. Dirigeva la banda provinciale di Salta, quella del 12° Reggimento di Fanteria. Era stato direttore della Banda Musicale della Provincia di Tucumán come ultimo successo professionale prima della sua morte.
Avendo avuto un breve soggiorno in Argentina, trovare i documenti necessari è stato un compito arduo. Per questo, dopo tanti colpi di scena mi sono recato in Italia per recuperare i documenti mancanti.
Grazie all'aiuto di don Nicola Patti, della Chiesa Madre "Santa Maria al Presepe", ho trovato l'anno del matrimonio del mio trisavolo. Questo mi ha permesso di scoprire dove è nato Gaspare e di ritrovare le informazioni di cui avevo bisogno per poter proseguire la mia missione.
Tre giorni grigi e piovosi mi hanno accompagnato tra Campobello di Mazara e Castelvetrano. La gente mi ha riconosciuto come un estraneo; timidamente si è avvicinata per chiedermi, sempre in maniera gentile, cosa facessi da queste parti. Nel mio l'italiano, ho cercato di spiegarmi.
Questa ricerca è stata un compito difficile ma soddisfacente che ho potuto svolgere grazie alla tecnologia e agli amici che mi hanno aiutato a distanza da diversi angoli del pianeta.
Senza arrendermi, dopo un anno e mezzo, la mia ricerca ha dato i suoi frutti. Ma il processo è ancora lungo e c'è ancora molta strada da fare per ottenere ciò che sto cercando.
Quello che offre l'Italia è un'opportunità per tante persone in cerca di un cambiamento, così come fecero i nostri antenati quando emigrarono nei diversi paesi del continente americano.
Auguriamoci un futuro migliore per noi e per i nostri figli.
Seduto in un bar di Barcellona, scrivo per raccontare la mia storia. Una storia tra le tante, in questo tempo di crisi planetaria sotto ogni profilo, inseguendo un sogno e desiderando qualcosa di meglio.
Nicolàs Balzaretti Slootmans
9.Rubrica: Voce alle Famiglie
Giuseppe, 8 anni, ha da poco intrapreso il cammino di iniziazione cristiana, cammino condiviso con noi genitori.
Subito dopo il primo incontro ha mostrato interesse per le attività proposte e ha preso in grande simpatia gli adulti con i quali ha interagito. Domenica mi dice: "mamma voglio fare il catechista!!!"
Chiedo: "come mai?"
"È Bellissimo conoscere e pregare Gesù!"
Maria Indelicato
Ci siamo ritrovati insieme, genitori e figli, seduti a ferro di cavallo per un incontro di catechesi che ci ha coinvolti in attività e riflessioni che ci hanno permesso di guardarci tutti negli occhi e poter leggere e condividere le diverse emozioni che sono emerse in ognuno di noi.
Questo incontro può essere un modo per fermarci un attimo dalla vita frenetica e relazionarci positivamente con ciò che ci circonda valorizzando i nostri sentimenti e migliorando la qualità dell'ascolto di ognuno di noi.
Ringrazio per questo momento di relazione che ci aiuta a riflettere e ci indica la modalità per costruire una ''socialità consapevole ''.
Mio figlio Antonio è stato coinvolto dalla catechesi in cui è stata accostata il momento della cena familiare con la celebrazione della messa e si e' divertito molto nelle attività organizzate.
Anna Campanaro
Voglio condividere la mia esperienza di genitore che, insieme alla propria figlia, ha partecipato al primo incontro formativo organizzato dalle nostre catechiste.
E’ stato bellissimo dedicare del tempo con altri genitori alla riflessione, al dialogo e al confronto su esperienze che ci accomunano e che ci coinvolgono nella crescita e nella formazione dei nostri bambini. Tale percorso, avvicina i più piccoli alla vita cristiana seguendo la parola di Dio e consente ai noi adulti di fermarci ad assaporare dei momenti di crescita, di maturazione e di condivisione indispensabili ad instaurare relazioni sane tra i ragazzi e gli adulti di riferimento.
Il futuro dei nostri giovani dipende anche da quanto siamo disposti a dare noi adulti: tempo, valori, formazione.
E’ indispensabile conoscere e condividere le tappe della loro crescita, i metodi educativi e le modalità per costruire un rapporto e un dialogo positivo, appagante per entrambi.
Tutto ciò non si ottiene con prescrizioni morali, con obblighi ma con un dialogo franco e aperto, con la luce della Parola di Dio che permette ad entrambi di esprimere le proprie esigenze, emozioni ed idee.
Ed in questo, le nostre catechiste, ormai da parecchi anni, ci aiutano e ci sostengono.
Pertanto, a loro, va un ringraziamento speciale!
Lilla Luppino
Nella giornata di sabato 20 Novembre, genitori e bambini del primo anno di catechesi siamo stati coinvolti in prima persona in un momento di importante condivisione per il percorso che stanno per iniziare i nostri figli e con loro anche noi famiglie.
In Chiesa Madre, in presenza delle catechiste Tea Luppino e Nizzola Susanna, abbiamo assistito ad una drammatizzazione, messa in scena dalle animatrici Enza Lupo, Enza Luppino e Rossella Leone che ci ha portato a riflettere sull'importanza della festa di Cristo Re.
È stato bellissimo vedere bambini coinvolti nella drammatizzazione stessa. Invece noi adulti abbiamo avuto modo di riflettere sull'amore di Cristo per l'intera umanità, visibile nella totale donazione di se stesso sulla croce. Un modo proficuo per trascorrere del tempo con i nostri figli avendo spunti per dialogare con loro nella fede Cristiana.
Francesca Greco, gruppo ACR "L'albero della vita".
10.Rubrica: Franciscus Papa
"Gesù non nacque a Gerusalemme con tutta la corte, ma nacque in una periferia e ha fatto la sua vita fino a 30 anni in quella periferia, facendo il falegname come Giuseppe: per Gesù le periferie e le marginalità sono predilette.
Il Signore sempre agisce di nascosto, nelle periferie dell’anima, nei sentimenti di cui ci vergogniamo, ma che lui solo vede.
Continua a manifestarsi nelle periferie, sia geografiche che esistenziali".
Udienza Generale 17 novembre 2021