Liturgia della domenica
Pubblicato da Don Nicola Patti in Orazione · Domenica 18 Apr 2021
Tags: III, Domenica, di, Pasqua, anno, B, Lc, 24, 35, 48
Tags: III, Domenica, di, Pasqua, anno, B, Lc, 24, 35, 48
La sera della Pasqua, la liturgia ci aveva presentato quel cammino
incerto dei discepoli verso Emmaus, secondo il racconto di Luca. Il
Risorto si fa compagno e apre loro la mente all'intelligenza delle
scritture. Il loro cuore si scalda. Ritornano a Gerusalemme e
riferiscono agli Undici come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il
pane. Mentre i discepoli di Emmaus parlavano di queste cose, e siamo al
brano di oggi, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: "Pace a
voi!". Il racconto di Luca è inanellato con una serie di dubbi e
turbamenti. I discepoli, scrive Luca, sconvolti e pieni di paura,
credevano di vedere un fantasma. Il saluto "Pace a voi" è un saluto che
crea vita nuova in chi l'ascolta. E' la parola del Risorto che libera e
guarisce dall'incredulità.
Gesù "stette in mezzo". Il Risorto abita la comunità. È presente nella
comunità, non ha mai lasciato i suoi. Egli continua a stare con loro. Ma
l'esperienza dei discepoli è quella di non percepire la presenza di
Gesù.
«Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate
le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un
fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho».
Sono le mani che hanno toccato e guarito, sono i piedi che hanno portato
di città in città l'annuncio del Regno. Sono mani e piedi appesi alla
croce per mostrare che c'è un amore che non si spegne davanti al male;
c'è un'amore che ha sconfitto la morte e il peccato.
Luca ci vuole insegnare che il Risorto è presente nella relazione dei
discepoli che si raccontano l'un l'altro le difficoltà e le fatiche del
credere. Nella comunità attuale vale la stessa dinamica: nel condividere
la vita e le esperienze; nel coraggio di raccontare ai fratelli le
prove (come le gioie) del nostro cammino, è lì che il Risorto si
manifesterà ancora alla comunità.
Il Risorto è presente nella comunità, nella sue dinamiche fraterne e
relazionali. Gesù stesso incoraggia un momento di agape fraterna con la
condivisione di un pasto. "Avete qualcosa da mangiare"? Gli offrirono
una porzione di pesce arrostito che simboleggia la persona stessa di
Cristo cotta e consumata d'amore, nell'offerta di se stesso al Padre
affinché possiamo essere una cosa sola. Contro la concezione dualista
dell'uomo corpo e anima (della cultura greca a cui il vangelo è
indirizzato) Luca vuole salvaguardare l'integrità della persona di Gesù e
insiste sulla sua corporeità: "Un fantasma non ha carne e ossa come
vedete che io ho", dice il Signore.
Gesù continua ad essere l'ermeneuta delle scritture: "Aprì loro la mente
all'intelligenza delle scritture". Anche oggi facciamo esperienza del
Risorto se abbiamo un atteggiamento di umiltà davanti alla ricchezza
delle scritture che si compiono in Gesù, il quale ci dà lo spirito per
comprendere la Storia della salvezza e il senso profondo del nostro
cammino di fede.
Infine l'esperienza del Risorto spinge la comunità ad essere testimone
dell'amore di Dio in Cristo Gesù. Il Risorto si incontra dunque nel
compito dell'annuncio e dell'evangelizzazione a cui nessun credente può
sottrarsi, secondo la parola di Gesù: "Il Cristo patirà e risorgerà dai
morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli
la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di
questo voi siete testimoni".
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