Liturgia della domenica

Unità Pastorale Campobello di Mazara
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Liturgia della domenica

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Pubblicato da Don Nicola Patti in Orazione · Domenica 18 Apr 2021
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La sera della Pasqua, la liturgia ci aveva presentato  quel cammino incerto dei discepoli verso Emmaus, secondo il racconto di Luca. Il Risorto si fa compagno e apre loro la mente all'intelligenza delle scritture. Il loro cuore si scalda. Ritornano a Gerusalemme e riferiscono agli Undici come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre i discepoli di Emmaus parlavano di queste cose, e siamo al brano di oggi, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Il racconto di Luca è inanellato con una serie di dubbi e turbamenti. I discepoli, scrive Luca, sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Il saluto "Pace a voi" è un saluto che crea vita nuova in chi l'ascolta. E' la parola del Risorto che libera e guarisce dall'incredulità. Gesù "stette in mezzo". Il Risorto abita la comunità. È presente nella comunità, non ha mai lasciato i suoi. Egli continua a stare con loro. Ma l'esperienza dei discepoli è quella di non percepire la presenza di Gesù. «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Sono le mani che hanno toccato e guarito, sono i piedi che hanno portato di città in città l'annuncio del Regno. Sono mani e piedi appesi alla croce per mostrare che c'è un amore che non si spegne davanti al male; c'è un'amore che ha sconfitto la morte e il peccato. Luca ci vuole insegnare che il Risorto è presente nella relazione dei discepoli che si raccontano l'un l'altro le difficoltà e le fatiche del credere. Nella comunità attuale vale la stessa dinamica: nel condividere la vita e le esperienze; nel coraggio di raccontare ai fratelli le prove (come le gioie) del nostro cammino, è lì che il Risorto si manifesterà ancora alla comunità. Il Risorto è presente nella comunità, nella sue dinamiche fraterne e relazionali. Gesù stesso incoraggia un momento di agape fraterna con la condivisione di un pasto. "Avete qualcosa da mangiare"? Gli offrirono una porzione di pesce arrostito che simboleggia la persona stessa di Cristo cotta e consumata d'amore, nell'offerta di se stesso al Padre affinché possiamo essere una cosa sola. Contro la concezione dualista dell'uomo corpo e anima (della cultura greca a cui il vangelo è indirizzato) Luca vuole salvaguardare l'integrità della persona di Gesù e insiste sulla sua corporeità: "Un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho", dice il Signore. Gesù continua ad essere l'ermeneuta delle scritture: "Aprì loro la mente all'intelligenza delle scritture". Anche oggi facciamo esperienza del Risorto se abbiamo un atteggiamento di umiltà davanti alla ricchezza delle scritture che si compiono in Gesù, il quale ci dà lo spirito per comprendere la Storia della salvezza e il senso profondo del nostro cammino di fede. Infine l'esperienza del Risorto spinge la comunità ad essere testimone dell'amore di Dio in Cristo Gesù. Il Risorto si incontra dunque nel compito dell'annuncio e dell'evangelizzazione a cui nessun credente può sottrarsi, secondo la parola di Gesù: "Il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni".


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