Vangelo del 02 Dicembre 2020 Matteo 15, 29-37

Unità Pastorale Campobello di Mazara
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Vangelo del 02 Dicembre 2020 Matteo 15, 29-37

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Pubblicato da Don Nicola Patti in Orazione · Mercoledì 02 Dic 2020
Tags: vangelomatteo
Matteo 15, 29-37

Come Mosè, Gesù si reca sul monte e la gente si riunisce attorno a lui. Il vangelo di oggi ci presenta Gesù che guarisce molti malati e moltiplica i pani.​

Scrive don Oreste Bensi: “L’uomo ha bisogno di trovare l’unico motivo della propria esistenza, non può vivere senza un unico amore. Io credo che il primo incontro con Cristo di coloro che l’hanno visto, toccato, sia stato proprio questo: hanno colto l’amore di Cristo”.
Nella prima parte del vangelo di oggi ritroviamo come Gesù compie i segni evidenti del messia: rimettere in piedi zoppi e storpi, dare la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, guarire i malati.​ La folla era piena di stupore e lodava il Dio d’Israele.​ Tuttavia, spesse volte, nei vangeli questi termini stupore o meraviglia vengono presentati in senso negativo, come atteggiamento di incredulità: “Non è costui il figlio del carpentiere?” (Mt 13, 55).​
Quei segni evidenti di liberazione e vita, sarebbero rimasti segni esteriori se quella folla non avesse sperimentato intimamente l’amore di Dio. Tutti hanno percepito un amore nuovo. Gesù primariamente ha guarito l’intimo di quella moltitudine di donne e uomini. Si sono sentiti toccati, risanati nel cuore.​

Nella seconda parte della pericope i discepoli vengono chiamati in gioco.
La narrazione della moltiplicazione dei pani evoca l’eucaristia e ne rivela il valore nel dire: “Gesù prese il pane nelle sue mani, rese grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli”.​
Gesù cerca un dialogo con loro facendo notare che non vuole rimandare la folla digiuna, dopo tre giorni; chiede: “Quanti pani avete?” Gesù ordina alla folla di sedersi nello stile di un’assemblea; è Lui che crea da quella folla una comunità. Gesù prese i sette pani, i pesci e i discepoli vengono chiamati per distribuire alla folla il pane della vita. Gesù inserisce i suoi discepoli all’interno di questa nuova comunità chiamandoli al servizio della carità. Essi hanno un compito ben preciso che scaturisce immediatamente dal comando del loro maestro.

I segni delle guarigioni e liberazioni così come il segno della moltiplicazione dei pani possono non essere colti nella loro verità se l’uomo permane nell’atteggiamento della durezza del cuore.​

In un altro contesto evangelico Gesù rimprovera: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (Gv 24, 26). Solo la percezione dell’intimità della presenza di Dio toglie dal cuore dell’uomo ogni equivoco e ogni dubbio circa il Suo amore. Al contrario si permane e si va alla ricerca spasmodica di segni e miracoli. Nonostante la grazia di Dio mostra nei nostri cammini l’evidenza di tanti segni del suo amore concreto, questi segni, spesse volte, non aprono l’uomo alla verità, alla conversione e a una fede matura.

don Nicola


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