Messaggio natalizio ai fanciulli e alle famiglie

Unità Pastorale Campobello di Mazara
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Messaggio natalizio ai fanciulli e alle famiglie

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Pubblicato da Rossella Leone in Lettere · Domenica 20 Dic 2020
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In dialogo con i nostri fanciulli e le famiglie del primo anno ACR
Ben ritrovati bambini , oggi siamo nella quarta domenica di Avvento, possiamo dire che il Natale è veramente alle porte.
Come ci siamo preparati ad accogliere questo Bambino Gesù che viene in mezzo a noi?
Beh, abbiamo fatto insieme un bel percorso. Si è chiuso l’anno liturgico con la festività di Cristo Re, un Re speciale!
Domanda: -“Perché speciale Bambini? È un Re che è venuto per comandare”? Risposta (dei bambini): -“Noo”!
È un Re che è venuto per amare, per farsi povero, per servire e non per essere servito. Qui, in Chiesa, avete fatto un bel segno. Avete deposto sul capo di Gesù una preziosa “corona” fatta con le vostre piccole mani.
Ci siamo preparati veramente bene! Avete iniziato questo periodo di attesa nella veglia, con la preghiera. Avete preparato la strada e a piccoli passi con la luce delle vostre “lanterne” avete iniziato questo bellissimo viaggio, orientando la bussola verso Betlemme. Mancano pochi giorni, siamo vicini alla meta, questo Bambino sta per venire in mezzo a noi. Bimbi insomma fra qualche giorno è Natale!
D. -“Siete contenti”? R. -“Siii”!
Bambini cerchiamo di riflettere insieme sul senso di questa festa. Oggi il Natale è diventato una questione commerciale, qualcosa che a che fare con ciò che si mangia, con le luci, gli alberi di Natale, un vero e proprio trionfo del buonismo. Mi piacerebbe fare un passo indietro nel tempo, al Natale di duemila anni fa.
-“Cosa accadde veramente in quella notte”? Scopriamolo insieme!
Dovete sapere bimbi che tutta la storia di Gesù Bambino iniziò con un fraintendimento serissimo, perché la nascita di questo bambino nel grembo di Maria crea subito un problema familiare. Giuseppe è innamorato di Maria ma deve accogliere un bambino che non è suo, accettare che quel bambino è opera dello Spirito Santo. Maria, una giovinetta semplice vede completamente stravolte le sue aspettative per il futuro, vive la paura di essere ripudiata dal suo fidanzato, vede per un momento quasi infranti i suoi sogni di giovane ragazza innamorata.
Non è una questione cosi semplice, ci sono tante cose che non rendono molto poetico il Natale. E’ una storia certamente di coraggio e di tanti imprevisti.
Guardiamo il presepe, questa piccola Betlemme che abbiamo cercato di costruire qui in Chiesa e preparata anche nelle vostre case. Sono presepi arricchiti da tanti personaggi: Maria, Giuseppe, Gesù Bambino, i Magi, i pastorelli...
Volgiamo l’attenzione su Giuseppe, all’ansia che deve aver avuto quest’uomo. Non c’era posto per far nascere questo bambino, non trovava posto per dare rifugio alla donna che amava, l’unico posto che riesce a trovare è una stalla.
Dovremo spogliare un po’ di poesia questa storia e renderci veramente conto che dietro a questa storia ci sono delle persone in carne ed ossa, che con i loro “Sì”, con i loro “Eccomi” e la loro creatività hanno permesso l’evento più importante della storia, l’evento dell’Incarnazione. Bambini proviamo a fare un esperimento! Chiudiamo gli occhi e usando i cinque sensi, con un pò di fantasia immaginiamo di trovarci in una stalla .
D. -“Annusate, cosa percepite? Odore di panettone, di cose buone nel forno? E adesso aprite l’orecchio. Riuscite ad ascoltare le musichette natalizie”?
R. -“Noo, nulla di tutto ciò”.
Eh sì; se proviamo ad entrare in una stalla, non profuma di note romantiche e non è il luogo più adatto dove far nascere un bambino, ma se quello è l’unico posto che abbiamo disponibile, l’unica cosa che possiamo fare è cercare di preparare al meglio quella stalla, così come fece Giuseppe.

A volte guardando la nostra vita, noi diciamo che non è un posto adatto ad ospitare l’amore. Magari la nostra vita, spesso, somiglia a una stalla!
A noi il compito di riordinare questa stalla, di fare del nostro meglio per accogliere qualcuno che è infinitamente più grande e più dignitoso di quello che può essere la nostra vita.
Può capitare che per una questione di pudore pensiamo che il Signore non possa venire nella nostra vita per una serie di motivi: non me lo merito, non sono degno...un elenco infinito.
Ma questo Gesù Bambino che deve venire non è uno sprovveduto, sa benissimo cos’è e com’è la nostra vita, ci chiede semplicemente di fare ciò che possiamo per accoglierlo.
Cosa possiamo fare per creare quanta più accoglienza possibile? La prima cosa è quella di predisporci all’attesa, cioè di aspettarci qualcosa!
Gesù Bambino non può venire nella vita di qualcuno che non lo aspetta, cioè non può accadere nulla di interessante nella vita di qualcuno che non aspetta niente. Non importa se a volte non abbiamo tutti gli strumenti per realizzare quello che vogliamo, dobbiamo solo fare la nostra parte. Gesù Bambino ci invita a desiderare di nuovo qualcosa! E chiede a ciascuno di noi: “Tu vuoi essere felice”?
D. - “Bimbi volete esserlo”? R. -“Siii lo vogliamo”!
Bravissimi. Il Signore non ci sta chiedendo se ne siamo capaci, ma anzitutto se lo vogliamo. Guardiamo a Maria a Giuseppe, due personaggi che ci insegnano il realismo che non abbiamo più. Sono persone che non passano la loro vita a domandarsi: -“Ma perchè a me”?
Prendono immediatamente sul serio ciò che gli sta succedendo.
Dio chiede a loro uno straordinario “Sì”.
Quell’eccomi di Maria di cui oggi si parla nel vangelo di Luca, quel Sì di Giuseppe all’angelo, a cui si fa riferimento nel vangelo di Matteo, che nel sogno gli rivelò la natura divina di quel bambino. Ecco il senso del Natale, nel riscoprire in ognuno di noi una volontà puramente umana nel dire eccomi. Ripetiamo insieme:
-“Eccomi Signore, sono pronto ad accoglierti nella mia vita, nella mia fragilità, nella mia precarietà, nella mia storia, così com’è ”.
Bambini, è stato meraviglioso percorrere questo tempo di Avvento assieme a voi e alle vostre famiglie. Ci siamo preparati e abbiamo atteso con trepidazione questo Bambino Gesù, abbiamo predisposto il cuore alla sua venuta.
Questo Bambino che nasce ci chiede di essere coraggiosi, di vivere sempre con l’adrenalina dello Spirito Santo e di guardare sempre verso la meta, di non perdere mai l’obiettivo affinché il viaggio della vita non sia vano.
Questo è l’augurio che la comunità assieme al nostro parroco don Nicola rivolge a voi bimbi e alle vostre famiglie.
Vi ringraziamo cari genitori per la fiducia e la perseveranza che avete mostrato in questo percorso di catechesi; un tempo alquanto incerto e preoccupante.
In un periodo in cui tutto faceva presagire il peggio ed era facile farsi prendere dalla paura. Insieme abbiamo alzato le vele, perché ci siamo resi conto di stare tutti sulla stessa barca, fragili e disorientati, così come disse Papa Francesco il 27 marzo scorso a Piazza San Pietro.
Insieme ci siamo fidati, sapendo che ogni cosa viene da Dio, come anche questo tempo di pandemia.
Insieme abbiamo detto il nostro: “Eccomi Signore, questo tempo burrascoso vogliamo viverlo con te”. Abbiamo pronunciato il nostro Sì, sicuramente con fede ma anche con tutta la prudenza che le circostanze ci hanno imposto.
Grazie bambini, grazie a voi famiglie. Auguri di un santo Natale.

Rossella Leone
segretaria del Consiglio pastorale


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